Page 7 - Costellazioni 2-2010
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D- Il popolo dello shiatsu vive una profonda crisi perchè strutturandosi per il riconoscimento ha
perso “lo spirito” dello shiatsu, tu che sei ancora una rappresentante pura di questo spirito dove
pensi che stiamo andando?
R- Il mondo dello shiatsu è un mondo maschile, non è a caso se siamo nella gabbia delle
istituzioni.
Ad un convegno della FIS ho presentato la teoria della natura come madre asserendo che il TAO
è una LEI, è la madre che crea il tutto, la vita è un FEMMINILE( è un saggio che si può scaricare
dal mio sito www.shiatsutehara.it).
Ho diviso la conferenza in una parte filosofica dove parlavo della Madre come Tao/Vuoto e una
parte di psicologia sessuale dove dimostravo che tutte le arti del “tocco” appartenevano al mondo
femminile (la donna è più libera dalla sessualità dell’uomo perchè è più interessata ai figli che al
partner, è con l’uomo che comincia la dinastia dei nomi, la proprietà filiale) la pressione costante
dello shiatsu è un esempio di qualità femminile. Per quando su-detto ho ricevuto forti critiche,
sono stata accusata di essere “scontata” e anche “femminista” perchè dicevo che la Madre era
l’origine delle cose. Mi sono un po’ “incazzata” così ho prodotto e pubblicato il mio saggio perchè
bisogna sempre dimostrare che si è bravi con pubblicazioni, convegni, conferenze, discorsi.....
per noi donne è più difficile saper esprimerci, siamo legate all’emozione, al mestruo e questo ci fa
dire le cose in modo più contorto e più emotivo dei maschi. In questa nostra società occidentale,
purtroppo, bisogna sapersi esprimere e questo richiede educazione, comprensione, applicazione.
Tornando la popolo dello shiatsu, quello che gli manca è un senso di moralità profonda. Lo shiatsu
è un’arte veramente speciale, se muore quest’arte muore una parte dello spirito umano che passa
attraverso il “contatto” che è “terapeutico e “speciale”, è questo prendersi cura rispettosamente
dell’altro in un modo distante ma vicino, forte ma dolce; lo shiatsu è una pratica “Etica” che porta
all’evoluzione, che ci fa crescere, ci fa capire i nostri limiti e quelli degli altri. Bisognerebbe
praticare di più insieme, fare dei convegni su questi temi dell’etica (che non è buonismo).
D- Pensi che sia stato nel rapporto con le istituzioni che siamo scesi a compromessi fino a perdere
l’identità e il risultato è che siamo una “tribù nelle riserve”?
R- Il problema grosso non sono le istituzioni, è come stiamo tra di noi. Gli indiani hanno perso con
i bianchi perchè litigavano tra di loro.
Io sto bene con chi fa shiatsu perchè sono persone che cercano di vivere la vita in modo più
ampio, cercano di capire il significato più profondo della vita, confidano nel potere delle loro mani
e pensano di poter “prevenire e curare” perchè, fondamentalmente, noi popolo dello shiatsu,
siamo detentori di un potere magico, bisogna capire come andare d’accordo tra di noi e questo si
basa senz’altro su una correttezza etica, che è amicizia, che è parlare diretto. Forse su questo
non abbiamo riflettuto abbastanza. Se ognuno cura il proprio “orticello” non è più la prateria,
diventa la proprietà. Prateria è dove ognuno, in base alla propria potenza/capacità, coltiva il
territorio.
D- E’ forse arrivato il momento di evitare di farsi le guerre (alcune per motivi personali hanno poi
trascinato interi gruppi), mettere da parte le velleità, le supremazie di potere che spesso ci hanno
fatto perdere di vista l’obiettivo e se lasciamo fuori le nostre cose personali forse si può ancora
discutere. Che ne pensi?
R- Io ho sempre proposto prima di una riunione di farci un trattamento shiatsu ma spesso c’era il
timore di scoprire che l’altro non premeva bene o che era più bravo, c’era sempre il “giudizio” in
agguato.