Page 7 - Costellazioni 1-2009
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E’ questa la base di un’ulteriore riflessione: normare la possibilità di riconoscere le professioni prima delle
associazioni significherebbe, analogamente a quanto già affermato per le attività tipiche, non poter offrire il
riconoscimento a tutte le associazioni che hanno nel tempo sviluppato la propria professionalità negli spazi di
specializzazione e/o diversificazione delle professioni già riconosciute con il sistema di regolamentazione
attuale. Un sistema che, come detto, spesso premia non la necessità di tutelare il cliente/consumatore rispetto
alle asimmetrie informative che caratterizzano le prestazioni professionali, ma l’abilità lobbistica che alcune
attività professionali hanno sviluppato ed esercitato nel tempo.
Tant’è che, anche nel sistema vigente, esistono molte professioni che sono state regolamentate nel tempo in
totale o parziale sovrapposizione: a chiaro titolo d’esempio, si pensi alla famiglia delle professioni
economiche (dottori commercialisti, ex ragionieri, consulenti del lavoro, revisori dei conti), alla famiglia
delle professioni tecniche (ingegneri, architetti, geometri, periti industriali) o a quella delle professioni
agrotecniche (dottori agronomi, periti agrari, ecc.). Un fenomeno del tutto naturale quello della
specializzazione e diversificazione qualitativa dell’offerta di professionalità. Ma la domanda è: era necessario
“proteggerle” tutte e rendere completamente statico il sistema? Oppure, com’è chiaro dall’analisi storica, si
tratta di stratificazioni “lobbistiche” successive?
4. Conclusioni
Ancora una volta si tratta di contrapporre la dinamicità e la flessibilità alla staticità generata dal
consolidamento normativo di un singolo profilo professionale ed alla logica della mera prevalenza dei gruppi
di interesse. E’ un ulteriore argomento a favore di del fatto che il meccanismo deve essere fondato sul
riconoscimento delle associazioni e non delle professioni.
La valutazione d’idoneità delle associazioni nel sistema associativo è invece basata su un concetto
completamente diverso: quello di una verifica dinamica e reiterata nel tempo, fondata sul monitoraggio
continuo della valutazione iniziale della loro capacità di svolgere in concreto la funzione di garanzia dei
requisiti professionali degli iscritti nei confronti dei terzi clienti/consumatori.
Tale monitoraggio si deve sostanziare in un sistema di controlli che, qualora verificassero la sopravvenuta
incapacità della struttura associativa riconosciuta di assicurare nel tempo la succitata funzione di garanzia,
dovrà portare all’emanazione di una serie sempre più incisiva di provvedimenti, fino ad arrivare alle vera e
propria perdita del riconoscimento.
In tal modo, il meccanismo di regolazione del sistema associativo sarà speculare al meccanismo di selezione
dinamica basata sulla verifica qualitativa ripetuta nel tempo condotto dalle associazioni. Così come può
succedere ai singoli professionisti ed alle singole attività professionali, anche le associazioni riconosciute
devono, in un’ottica di piena concorrenza sul mercato, poter nascere (ed essere riconosciute), consolidarsi o
crescere, vincere o perdere, sopravvivere o morire.
Potendo alla fine perdere, dinamicamente e darwinianamente, anche il tanto sospirato riconoscimento.
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