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PERCHE’ NELLA NORMAZIONE DEL SISTEMA DI RICONOSCIMENTO ASSOCIATIVO E’
NECESSARIO RICONOSCERE LE ASSOCIAZIONI E NON LE RELATIVE PROFESSIONI
di Angelo DEIANA, Presidente Comitato Scientifico del CoLAP
1. Introduzione
L’economia della conoscenza e la conseguente svolta terziaria del capitalismo hanno determinato l’affiorare,
a partire dalla fine degli anni ’80, di professioni nuove o emergenti che presentano sia i requisiti
dell’intellettualità e della professionalità dei settori più tradizionali, sia peculiarità innovative proprie ed
esclusive. Le associazioni che raggruppano gli operatori di tali attività recepiscono i nuovi modelli di
organizzazione del lavoro professionale, e tendono alla tutela degli interessi dell’utenza attraverso forme di
auto-regolazione, di attestazione delle competenze e di diffusione dei criteri di qualità presso i soggetti terzi.
Ma la vita e i processi economico-competiivi delle associazioni sono in gran parte dipendenti dalla normativa
che le regola. Ai processi di professionalizzazione associativa delle attività avrebbe dovuto corrispondere
l’acquisizione di una maggiore visibilità sul piano economico e sociale generata dallo svolgimento di una
fondamentale funzione di garanzia dei requisiti professionali degli iscritti nei confronti dei
clienti/consumatori. Eppure tale meccanismo è la base della regolamentazione professionale in tutti i sistemi
di origine anglosassone (UK e USA), nei sistemi misti autorizzatorio/accreditatorio (ordinistico/associativo)
dell’Europa continentale e soprattutto nel modello prefigurato a livello comunitario dalla Direttiva
Qualifiche (35/06).
2. Riconoscere le professioni prima delle associazioni cristallizza e rende nuovamente statico il
sistema professionale che si vorrebbe modernizzare con logiche di maggiore dinamismo
D’altra parte, il riconoscimento giuridico di un sistema associativo (costruito sulla base del modello
prefigurato a livello comunitario proprio dalla Direttiva Qualifiche) è la logica ma innovativa conseguenza
del fatto che non tutte le attività professionali devono essere considerate e regolamentate in maniera, per così
dire, “omogenea”. I processi di diversificazione e specializzazione che caratterizzano tutte le professioni
intellettuali (vecchie e nuove) e, comunque, la deriva rapidissima di cambiamento che le caratterizza ormai
in modo costante, genera la necessità di regolare in maniera diversa attività che svolgono ruoli sociali ed
economici profondamente diversi.
Tale considerazione è tanto più evidente se si prova anche semplicemente a riflettere sull’evoluzione storica
di alcune professioni, ordinistiche e non. Quello che è fondamentale chiedersi è come sia possibile assimilare
e regolamentare in modo uniforme e costante nel tempo l’insieme delle attività facenti parte di professioni
quali l’ingegnere, il revisore ufficiale dei conti, l’agente di cambio, il medico, l’enologo, il promotore
finanziario, il designer, il consulente d’investimenti, il perito agrario o industriale, l’informatico, il notaio, il
pubblicitario, il biotecnologo, il giornalista, tanto per citarne solo alcune. Ad esempio, dal 1982 (anno del
primo tentativo di riforma governativo: commissione cd. Perticone) ad oggi, alcune di queste professioni
sono morte (agente di cambio, revisore ufficiale dei conti); altre sono vive e brillano sul mercato ma le
singole attività di cui si compongono si sono profondamente modificate nel tempo (enologo, pubblicitario);
per alcune l’innovazione tecnologica ha mutato profondamente le modalità di svolgimento (giornalista,
designer, notaio); per altre, la ricerca e la tecnologia hanno dato luogo a processi di diversificazione e
specializzazione innovativa (medico, ingegnere); alcune sono sul viale del tramonto in termini di domanda
(periti agrari e industriali), altre ancora sono professioni completamente nuove o in forte espansione perché
figlie dell’innovazione, tecnologica, legislativa o di mercato (informatico, consulente d’investimenti,
biotecnologo, operatore shiatsu). E si tratta solo di pochissimi esempi che potrebbero essere replicati e
arricchiti con molte altre professioni.