Page 9 - Costellazioni 4-2012
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“Milioni di italiani svolgono professioni non regolamentate - afferma Argolini - ci vorrebbero decenni prima che il


       Parlamento le classifichi una ad una. Il modello a cui guardare è il Nord Europa, dove si tende a regolamentare solo lo
       stretto necessario”. Secondo Argolini sarebbe sufficiente rispettare le leggi vigenti per far lavorare gli operatori delle
       discipline bionaturali in piena tranquillità, nel rispetto delle riserve legislative a tutela di estetisti, fisioterapisti e medici: “A
       riprova di ciò basta leggere l'Art. 29, 1-bis della Legge 15 luglio 2011, n. 111 che recita: ‘Trascorso il termine di otto mesi
       dalla data di entrata in vigore della Legge di conversione del presente Decreto, ciò che non sarà espressamente
       regolamentato sarà libero’”. E Montanini rincara: “Il vero problema è la mentalità dominante nel nostro Paese, dove non si
       accetta la libertà d’impresa economica, che è invece garantita dalla Costituzione. E’ intollerabile che certe amministrazioni
       locali calpestino la Carta per colpire le nostre professioni, anche alla luce della loro totale ignoranza riguardo queste
       discipline”.

       I politici presenti in sala si sono mostrati disponibili ad approfondire l’argomento e trovare una soluzione ragionevole.
       Davide Gariglio, consigliere regionale del Pd, ammette che le politica ha la tendenza a regolamentare tutto: “Talvolta in
       buona fede, ma spesso lo fa per giustificare la propria esistenza”. Per Gariglio non bisognerebbe presentare una legge
       regionale in merito perché, essendo una materia di competenza del governo centrale, finirebbe per essere bocciata dalla
       Corte di Cassazione. “Come costituzionalista mi ero già opposto al parere della regione dello scorso luglio in quanto
       contrario alla legge - spiega -. La verità è che la giunta piemontese ha reagito alle pressioni dei sindaci per contrastare la
       proliferazione dei centri di massaggio cinesi - aggiunge - ma è compito delle forze dell’ordine verificare se all’interno di
       alcuni di questi centri si svolgono attività illegali”.

       Il consigliere regionale della Lega Nord Antonello Angeleri ritiene al contrario che sia necessaria una legge su questi temi,
       sul modello di quelle già in vigore in Lombardia e Toscana: “E’ necessario colmare questo vuoto, non essendoci una
       legislazione nazionale in materia. La nostra proposta di legge è certamente perfettibile, abbiamo intenzione di risolvere
       questo problema ascoltando tutte le parti coinvolte”.

       Confuso il fronte degli artigiani, che rappresentano la categoria degli estetisti. Se da un lato Davide Padroni, responsabile
       provinciale della Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato), ha infiammato la sala alludendo alla possibile
       “pericolosità” di chi opera sul corpo umano senza qualifiche riconosciute dallo Stato, è stato più conciliante Massimiliano
       De Pascalis, della Confederazione Libera Associazioni Artigiane Italiane (Claai): “Il problema è che la Regione ha sbagliato
       a comunicare, avrebbe dovuto chiarire subito che questo regolamento era nato solo per i centri di massaggio cinesi, e non
       ha mai riguardato discipline come lo shiatsu”.

       Ma cosa chiedono i rappresentanti delle discipline bionaturali alle istituzioni? “Noi vorremmo giungere al riconoscimento
       legislativo delle nostre associazioni professionali - precisa Zagato - Ciò costituirebbe una garanzia tanto per gli operatori
       quanto per gli utenti, perché sarebbe un incentivo a mantenere alta la qualità del nostro lavoro in un contesto di
       concorrenza tra le associazioni. Si tratta di una norma che lascerebbe al pubblico, e dunque al mercato, la facoltà di
       scegliere dove recarsi in un quadro di trasparenza e di riconoscibilità”.

       E' mancata la presenza dell'assessore al commercio Giuliana Tedesco, molto attesa perchè il Comune di Torino è il primo
       ad aver applicato il parere regionale secondo cui bisognava essere dotati del diploma da estetista per operare sul corpo
       umano, ramo terapeutico escluso. Secondo Ias e Apos "è un peccato" che il Comune non si sia presentato. Ma proprio
       l'assessore Tedesco ha detto espressamente che il regolamento non riguarda le discipline bio-naturali. Segno che ora il
       dialogo con Palazzo Civico procede bene, nonostante l'assenza al convegno.
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