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PUNTI DI VISTA
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Da LA STAMPA.it
16/05/2012 - CONVEGNO DEGLI OPERATORI SHIATSU E DELLE ARTI PER LA SALUTE
Politici spronati a riconoscere
le discipline bionaturali
Il convegno delle "arti per la salute"
Le estetiste? Possono praticare
anche loro se studiano e
si diplomano come gli altri
anna masera
TORINO
E' stato un confronto serrato, con punte polemiche roventi, quello che si è tenuto al convegno nazionale delle discipline
bionaturali mercoledì 9 maggio fra politici e rappresentanti delle associazioni delle libere professioni nell'ambito bio-
naturale: lo Shiatsu (www.lastampa.it/shiatsu) e lo watsu (Shiatsu in acqua), la digito pressione "Jin Shin Do", la
reflessologia plantare, il massaggio cinese Tuina, l'antica arte marziale Qi Gong, la floriterapia, la naturopatia, l'indiana
Ayurveda, il Tai chi, il Reiki, l'"Ortho bionomy", la pranopratica, il craniosacrale, la kinesologia specializzata e
sperimentale. Al centro del dibattito, il presente e il futuro di un settore che dà lavoro a oltre 60 mila persone in Italia.
Di fronte a più di 300 partecipanti che hanno gremito l’aula magna dell’istituto Rosmini di Torino, i moderatori
dell’incontro Fabio Zagato, presidente di Ias (Interassociazione delle Arti per la Salute) e Pierluigi Duina, presidente di
Apos (Associazione Professionale Operatori Shiatsu) hanno sottolineato i pericoli che gravano oggi su queste professioni.
“Le nostre discipline si occupano di stimolo della vitalità e della ricerca dell’equilibrio della persona, non hanno finalità
terapeutiche né tanto meno estetiche - sottolinea Duina - ma appartengono invece ad un terzo settore che ha
caratteristiche proprie. Alcune amministrazioni, magari anche in buona fede, stanno tentando di metterci i bastoni fra le
ruote”.
Il riferimento va in primis al parere della Regione Piemonte del luglio 2011, secondo il quale tutti gli operatori che
lavorano sulla superficie del corpo umano - fatta eccezione per chi appartiene al ramo terapeutico - sarebbero tenuti a
possedere il diploma da estetista. “Tutto nasce dall’idea secondo cui le professioni non riconosciute possono recare
danno all’utenza - spiega Zagato - Ma non c’è niente di più falso, le nostre associazioni professionali hanno metodi di
controllo assai rigorosi, allineati ai criteri in atto nelle nazioni in cui le discipline bionaturali sono riconosciute da anni.. E
comunque, da chi mai le estetiste imparano queste tecniche, se non proprio dai nostri insegnanti?”.
Il secondo elemento chiave è il tema delle liberalizzazioni. Partendo da un’analisi della crisi in Italia, Lorenzo Argolini
(segretario generale Apos) e Giuseppe Montanini, vicepresidente Colap (Coordinamento Libere Associazioni
Professionali), hanno rilevato la contraddizione tra il tentativo del governo Monti di liberalizzare l’economia e la presenza
di leggi e regolamenti che frenano il libero esercizio di attività legali che creano ricchezza e benessere per il Paese.