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DI MASSIMO BEGGIO RIFLESSIONI
GLI UOMINI DI
GLI U OMINI DI
BUONA VOLONTÀ
BU ON A V OL ONT À
Non potevamo chiudere il numero diverso. Un ragionamento che così facilmente
della nostra rivista senza dedicare parte ribaltando il paradigma riconosciuto, e
almeno un pensiero su quello che dell’avere dei diritti sostituendolo come tale servirebbe a ben poco
sta accadendo in Medio Oriente con quello dell’avere, da parte di anche il volerlo affermare. La
tra lo stato di Israele e il popolo entrambi i contendenti, anche diversa formulazione proposta
palestinese. Più che un pensiero e in primo luogo dei sacrosanti dalla Weil, valida sia nei più
su questa drammatica situazione, doveri. In tal senso vogliamo banali conflitti in famiglia
della quale si potrebbero dire riportare la riflessione di Simone (spesso non così banali) che nei
tante cose, vorremmo condividere Weil (1909-1943) che scrisse poco laceranti conflitti tra popoli e
una riflessione più generale sui prima di morire. Nel periodo tra il nazioni, funzionerebbe molto
diritti di popoli e persone che ’42 e il’43 la Weil era a Londra dove meglio ed eviterebbe un mare
vengono calpestati bellamente iniziò a preparare una bozza per di tragedie, sia personali che
ogni santo giorno che dio una “Dichiarazione universale dei collettive. Tragedie che oltretutto,
manda su questa terra. Così per doveri verso l’essere umano”. Ecco quando l’affermazione dei propri
il conflitto in Palestina come cosa scriveva la filosofa francese: diritti è ottenuta solo con l’uso
per quello in Ucraina, tanto per “La nozione di obbligo (di dovere) della forza, continuano a covare
restare solo agli ultimi devastanti sovrasta quella di diritto, che sotto la cenere di conflitti mai
avvenimenti. Ci proviamo. Data le è relativa e subordinata. Un definitivamente conclusi. Per
la premessa diremo subito che diritto non è efficace di per sé, ma cambiare però il paradigma
non intendiamo schierarci pro solo attraverso l’obbligo che gli “diritti/doveri” in “doveri/diritti”
o contro l’uno o l’altro dei due corrisponde; l’adempimento di non basta parlarne, per farlo
contendenti, non perché non un diritto non proviene da chi lo occorrono innanzitutto uomini
si sappia dove stanno torti e possiede, bensì dagli altri uomini di buona volontà, e di questi non
ragioni ma perché riteniamo che si riconoscono, nei suoi ce ne sono mai abbastanza. Gli
forse più utile uscire dalla logica confronti, obbligati a qualcosa. uomini di buona volontà sono
di chi ha più e chi meno ragione L’obbligo è efficace allorché viene quelli che sanno riconoscere il
e affrontare l’argomento da una riconosciuto. L’obbligo, anche diritto dell’altro come un proprio
prospettiva diversa. Difficile se non fosse riconosciuto da dovere fondamentale. Sono questi
credere che per contribuire nessuno, non perderebbe nulla i veri “operatori di pace”, quelli
concretamente alla causa della della pienezza del suo essere. Un che si meritano a pieno titolo
pace basti non fermarsi a diritto che non è riconosciuto da l’appellativo di “beati”, cosa che
ripetere dei diritti degli uni nessuno non vale molto.”. C’è vale ancor più di un Nobel.
in contrapposizione ai diritti poco da aggiungere a queste frasi
degli altri e cercare di fare un che sono la chiave della riflessione
passo “oltre”. Ci piacerebbe di Simone Weil. Una riflessione
ma è solo una speranza. Così, “filosofica” se vogliamo, ma che
pur consapevoli che il popolo contiene una sacrosanta verità:
palestinese ha il diritto di avere i diritti di un essere umano
una propria patria senza subire trovano soddisfazione completa
le vessazioni a cui è sottoposto solo nel riconoscersi, da parte di
e che Israele ha il diritto di non un altro essere umano, in quanto
vedersi sgozzare dai terroristi la portatore di obblighi (o doveri)
sua gente, proveremo a mettere nei suoi confronti. Altrimenti
in campo un ragionamento succede che un diritto non sia Simone Weil (1909-1943)
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